Il Diritto all’oblio
24 Novembre 2020Il diritto all’oblio risponde all’esigenza che ognuno di noi può avere di far dimenticare a tutti la propria identità.
Nella sua accezione più ampia è una modalità attraverso la quale si esplica il nostro diritto all’identità personale: si oblia (si chiede di obliare) ciò che riteniamo non debba essere più parte della nostra identità personale.
Il diritto all’oblio può essere praticato attraverso la richiesta di rimozione delle informazioni personali che ci riguardano dalla loro pubblica circolazione. Per questo è equiparabile al diritto alla cancellazione, anche se, in realtà, sono diritti diversi tra loro: la pretesa di cancellazione delle nostre informazioni personali è una conseguenza dell’esercizio del diritto all’oblio; si può pretendere la cancellazione di dati personali anche per presupposti diversi.
Diritto all’oblio vs. diritto alla memoria
Gli esseri umani vivono da sempre una evidente contraddizione rispetto a ciò che vogliono che tutti sappiano di sé stessi (memoria di sé) e ciò che preferiscono resti segreto (che si oblii).
Il tema del diritto alla memoria viene magistralmente espresso in poche righe da Francesco Pizzetti (cfr. Privacy e il Diritto Europeo alla Protezione dei Dati Personali, Giappichelli, 2016):
“Da un lato, essi aspirano all’immortalità e, sapendo di non poterla avere, cercano di lasciare il più a lungo possibile memoria di sé come unico modo per prolungare la propria vita, o meglio il ricordo nel futuro del fatto che essi sono esistiti, e di ciò che hanno realizzato.”
“All’opposto, ogni persona umana ha anche il terrore che ogni atto negativo compiuto nel corso della propria esistenza possa essere ricordato per sempre, o almeno fino a quando è in vita e lo sono quelli che ne hanno memoria.”